giovedì 28 novembre 2024

Il Mercato del Lavoro Ha Bisogno di Immigrati e Rifugiati: Una Necessità Strategica per l’Italia Leggi l’articolo originale su Avvenire: https://www.avvenire.it/economia/pagine/il-mercato-del-lavoro-ha-bisogno-di-immigrati-e-rifugiati

 

Il Mercato del Lavoro Ha Bisogno di Immigrati e Rifugiati: Una Necessità Strategica per l’Italia

Leggi l’articolo originale su Avvenire: https://www.avvenire.it/economia/pagine/il-mercato-del-lavoro-ha-bisogno-di-immigrati-e-rifugiati

Il recente articolo pubblicato da Avvenire evidenzia un tema cruciale per il futuro economico e sociale dell’Italia: la necessità di integrare immigrati e rifugiati nel mercato del lavoro per fronteggiare le sfide demografiche e la carenza di manodopera in settori strategici. Questa analisi è quanto mai attuale, poiché il nostro paese si trova a fronteggiare un duplice fenomeno: il calo demografico e l’invecchiamento della popolazione, che rischiano di compromettere seriamente la sostenibilità del sistema economico e previdenziale.

L’immigrazione come risorsa, non come problema

Il dibattito sull’immigrazione è spesso polarizzato su questioni di ordine pubblico o percezioni negative, trascurando il ruolo determinante che gli immigrati svolgono in molti settori produttivi. Dall’agricoltura all’edilizia, dai servizi alla persona fino alla logistica, è evidente come la manodopera immigrata rappresenti un pilastro insostituibile per l’economia nazionale. Tuttavia, permangono ostacoli amministrativi e burocratici che rallentano l’inserimento regolare di lavoratori stranieri, impedendo al mercato di beneficiare appieno del loro contributo.

Il ruolo della protezione internazionale

L’integrazione dei rifugiati è un’altra questione centrale. Chi ottiene lo status di rifugiato o la protezione sussidiaria, così come coloro che rientrano nelle categorie della protezione complementare, non solo cercano sicurezza, ma vogliono contribuire attivamente alle comunità che li accolgono. In questo contesto, è fondamentale facilitare il loro accesso al mercato del lavoro attraverso percorsi di formazione e riconoscimento delle competenze acquisite nei paesi d’origine.

Proposte per un’integrazione efficace

Per superare le attuali criticità, si potrebbero adottare le seguenti misure:

  • Snellimento delle procedure amministrative per il rilascio dei permessi di soggiorno, in particolare per la protezione speciale e complementare.
  • Incentivi fiscali per le aziende che assumono lavoratori stranieri, soprattutto nei settori con carenza di personale.
  • Potenziamento dei programmi di formazione linguistica e professionale, per garantire un’integrazione più rapida e produttiva.
  • Campagne di sensibilizzazione per contrastare stereotipi e pregiudizi sull’immigrazione.

Conclusione

L’immigrazione non è una minaccia, ma un’opportunità da gestire con politiche lungimiranti e inclusive. È essenziale che il dibattito pubblico e legislativo abbandoni logiche emergenziali, promuovendo invece una visione strategica che riconosca il valore dei lavoratori immigrati e rifugiati come parte integrante del futuro economico e sociale del nostro paese.


Risorse utili

Firma:
Avv. Fabio Loscerbo

Titolo: Riflessioni sulla cittadinanza e sullo ius scholae - Commento all'articolo di Bologna Today https://www.bolognatoday.it/social/segnalazioni/critica-all-introduzione-dello-ius-scholae-perche-la-cittadinanza-non-puo-essere-un-automatismo-11960348.html

 Titolo: Riflessioni sulla cittadinanza e sullo ius scholae - Commento all'articolo di Bologna Today

https://www.bolognatoday.it/social/segnalazioni/critica-all-introduzione-dello-ius-scholae-perche-la-cittadinanza-non-puo-essere-un-automatismo-11960348.html


L’articolo pubblicato oggi su Bologna Today propone una riflessione approfondita sulla proposta di introdurre lo ius scholae come criterio per il riconoscimento della cittadinanza italiana. Il tema è centrale nel dibattito attuale, poiché tocca questioni di identità, integrazione e diritti dei giovani stranieri che vivono nel nostro Paese.


L’automatismo nella concessione della cittadinanza solleva interrogativi legittimi: l’appartenenza a una nazione è un concetto complesso che non può essere ridotto a un mero adempimento burocratico. Tuttavia, è necessario bilanciare queste considerazioni con l’esigenza di favorire una reale integrazione di chi cresce e si forma nel nostro contesto sociale e culturale. La cittadinanza non è solo un diritto formale, ma anche uno strumento per costruire un’identità condivisa e partecipativa.


Il dibattito non dovrebbe polarizzarsi tra chi sostiene l’assoluta necessità di criteri rigidi e chi propugna automatismi. Piuttosto, sarebbe utile trovare una soluzione equilibrata che tenga conto delle specificità individuali e del contributo che ogni persona apporta alla comunità.


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mercoledì 27 novembre 2024

Sospensione Automatica dei Provvedimenti Amministrativi in Tema di Protezione Internazionale: Un Commento al Decreto N.R.G. 16355-1/2024 del Tribunale di Bologna

 Sospensione Automatica dei Provvedimenti Amministrativi in Tema di Protezione Internazionale: Un Commento al Decreto N.R.G. 16355-1/2024 del Tribunale di Bologna


Il decreto emesso dal Tribunale Ordinario di Bologna, Sezione specializzata in materia di immigrazione, il 26 novembre 2024, rappresenta una significativa applicazione del principio di sospensione automatica dell’efficacia esecutiva dei provvedimenti amministrativi impugnati in tema di protezione internazionale, previsto dall’art. 35 bis, comma 4, del D.Lgs. 25/2008.

Analisi del provvedimento

1. Principio di sospensione automatica

Il giudice ha accertato che il rigetto della domanda di protezione internazionale adottato dalla Commissione Territoriale non rientra tra le ipotesi di esclusione indicate al comma 3 dell’art. 35 bis (inammissibilità o manifesta infondatezza). Pertanto, si conferma che l’efficacia esecutiva del provvedimento amministrativo è sospesa ope legis dal momento della proposizione del ricorso.

2. Non luogo a provvedere

Il decreto evidenzia che la sospensione automatica prevista dalla legge rende superflua una decisione specifica sull’istanza cautelare presentata dal ricorrente. Questa impostazione garantisce certezza giuridica e tutela effettiva al richiedente durante l’esame del ricorso, prevenendo conseguenze pregiudizievoli come il rimpatrio forzato o l’interruzione del soggiorno.


Rilevanza giurisprudenziale

Questo provvedimento si inserisce in un quadro giurisprudenziale consolidato, ribadendo il ruolo fondamentale della tutela cautelare automatica nei procedimenti di impugnazione in tema di protezione internazionale. Esso conferma l’equilibrio tra le esigenze di efficienza amministrativa e il diritto del ricorrente a una protezione effettiva, in linea con il principio di accesso alla giustizia sancito a livello costituzionale e sovranazionale.


Conclusioni

Il decreto del Tribunale di Bologna si distingue per chiarezza e precisione, offrendo un esempio pratico di come il diritto alla sospensione automatica dei provvedimenti amministrativi rappresenti uno strumento essenziale per la tutela dei diritti dei richiedenti protezione internazionale. Questo provvedimento dovrebbe essere considerato un riferimento importante per le Questure, le Commissioni Territoriali e gli operatori del diritto.


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lunedì 25 novembre 2024

La decisione del Tribunale di Bologna sulla sospensione automatica: un'analisi del provvedimento N.R.G. 16194-1/2024 - Avv. Fabio Loscerbo

 La decisione del Tribunale di Bologna sulla sospensione automatica: un'analisi del provvedimento N.R.G. 16194-1/2024

Il Tribunale di Bologna, con il decreto del 21 novembre 2024, ha accolto la richiesta di sospensione automatica dell’efficacia esecutiva di un provvedimento della Commissione Territoriale per il Riconoscimento della Protezione Internazionale. Questa decisione, emessa nel contesto del procedimento N.R.G. 16194-1/2024, rappresenta un punto chiave nella tutela dei diritti dei richiedenti protezione internazionale e chiarisce importanti aspetti procedurali relativi ai provvedimenti di manifesta infondatezza.


Il caso e il contesto normativo

La questione riguardava un rigetto per manifesta infondatezza della domanda di protezione internazionale presentata da un cittadino proveniente da un Paese di origine sicuro. Il rigetto era stato motivato dall’applicazione di una procedura accelerata da parte della Commissione Territoriale.

Tuttavia, il Tribunale ha rilevato che:

La Commissione stessa aveva successivamente esaminato la domanda seguendo una procedura ordinaria, in quanto non erano stati rispettati i termini propri della procedura accelerata.

Secondo la giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione (Sentenza n. 11399/2024), in assenza di una corretta applicazione della procedura accelerata, si ripristina la regola generale della sospensione automatica.


Principi giurisprudenziali ribaditi

Il Tribunale ha richiamato il principio espresso dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione:

La sospensione automatica è derogabile solo nei casi in cui la procedura accelerata venga rigorosamente osservata.

La ratio di questa disciplina è garantire l’effettività delle tutele riconosciute ai richiedenti protezione internazionale.

Qualsiasi violazione dei tempi e delle modalità procedurali previsti per la procedura accelerata comporta l’inapplicabilità delle deroghe e il ripristino della procedura ordinaria.

Nel caso specifico, la Commissione non aveva rispettato i tempi della procedura accelerata, e il Tribunale ha stabilito che l'adozione della procedura ordinaria comportava la sospensione automatica del rigetto.


Implicazioni pratiche

Con questo decreto, il Tribunale ha ribadito che:

1. La deroga alla sospensione automatica non è applicabile quando i termini della procedura accelerata non sono rispettati.

2. L’adozione della procedura ordinaria implica il ritorno alla tutela rafforzata per il richiedente, inclusa la sospensione automatica dell’efficacia del provvedimento impugnato.

La decisione rappresenta una tutela fondamentale per i richiedenti protezione internazionale, in quanto impedisce che procedimenti irregolari possano pregiudicare il loro diritto a un esame equo e completo della domanda.


Conclusioni e commento critico

Il provvedimento del Tribunale di Bologna rappresenta un’importante riaffermazione dei diritti procedurali dei richiedenti protezione internazionale. La decisione sottolinea come il rispetto rigoroso dei tempi e delle modalità procedurali sia essenziale per derogare alla sospensione automatica.

Questo provvedimento mette inoltre in luce la necessità di una maggiore coerenza nelle decisioni delle Commissioni Territoriali, specialmente nei casi riguardanti Paesi designati come “sicuri”. L’applicazione non uniforme delle procedure accelerata e ordinaria può infatti generare situazioni di incertezza e contenzioso.

Infine, l’apertura data alle parti per depositare note difensive o di replica evidenzia l’importanza di un contraddittorio effettivo, rafforzando ulteriormente il principio di effettività delle tutele riconosciute dal sistema normativo.


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domenica 24 novembre 2024

Sulle tracce della rotta balcanica: la realtà migratoria tra Bosnia e Italia Link alla notizia originale: https://www.ilgiornale.it/video/nazionale/sulle-tracce-rotta-balcanica-che-bosnia-porta-i-migranti-2402115.html

 Sulle tracce della rotta balcanica: la realtà migratoria tra Bosnia e Italia

Link alla notizia originale: https://www.ilgiornale.it/video/nazionale/sulle-tracce-rotta-balcanica-che-bosnia-porta-i-migranti-2402115.html


La rotta balcanica rappresenta da anni un tragitto cruciale per migliaia di persone in fuga da guerre, persecuzioni e condizioni di vita insostenibili. Come riportato da Il Giornale nel video "Sulle tracce della rotta balcanica che dalla Bosnia porta i migranti in Italia" (https://www.ilgiornale.it/video/nazionale/sulle-tracce-rotta-balcanica-che-bosnia-porta-i-migranti-2402115.html), la Bosnia si conferma uno dei principali snodi di questo lungo e pericoloso cammino verso l'Europa.


La realtà della rotta balcanica


I migranti che affrontano questo percorso si trovano a fronteggiare sfide estreme, dai rigidi inverni balcanici agli ostacoli posti dai controlli di frontiera, spesso caratterizzati da respingimenti violenti. Questa rotta, che passa attraverso la Grecia e i Balcani occidentali, vede la Bosnia come un punto nevralgico. Qui, migliaia di persone restano bloccate in condizioni precarie, in attesa di poter attraversare il confine croato per entrare nell'Unione Europea.


La situazione descritta nel reportage evidenzia anche l'impatto sulle comunità locali e sulle infrastrutture di accoglienza nei paesi di transito, già messe alla prova da anni di crisi migratoria. Tuttavia, non si può dimenticare l'aspetto umano di questa tragedia: ogni migrante è una persona con una storia, spesso drammatica, che meriterebbe ascolto e rispetto.


Le politiche europee e il caso italiano


La gestione della rotta balcanica rimane una sfida per l'Unione Europea, che ha adottato negli anni una politica basata più sul controllo delle frontiere che sull'accoglienza. L'Italia, come paese di destinazione finale, si trova spesso a dover affrontare situazioni emergenziali senza una strategia a lungo termine né un adeguato supporto da parte delle istituzioni europee.


Le storie di chi arriva attraverso la rotta balcanica sollevano interrogativi sul bilanciamento tra sicurezza nazionale e tutela dei diritti umani, oltre a richiamare l'attenzione sulla necessità di un sistema di asilo europeo equo e solidale.


Conclusioni


La rotta balcanica non è solo un tema di cronaca, ma una questione che interpella la nostra umanità e le nostre politiche. Serve un approccio che coniughi solidarietà e responsabilità, evitando che il Mediterraneo e i Balcani continuino a essere simboli di sofferenza e ingiustizia.


Risorse e approfondimenti


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Immigrazione e Diritti: Le Proteste all’Ufficio Immigrazione di Torino https://www.lastampa.it/torino/2024/10/15/news/ufficio_immigrazione_torino_protesta_sindacati-14718934/

 

Immigrazione e Diritti: Le Proteste all’Ufficio Immigrazione di Torino
https://www.lastampa.it/torino/2024/10/15/news/ufficio_immigrazione_torino_protesta_sindacati-14718934/


La Protesta dei Sindacati: Un Segnale Preoccupante

La notizia riportata da La Stampa accende i riflettori su una situazione critica presso l’Ufficio Immigrazione di Torino. I sindacati hanno denunciato gravi disservizi e condizioni di lavoro insostenibili, che si ripercuotono sui lavoratori e sui cittadini stranieri che cercano di accedere a documenti fondamentali, come permessi di soggiorno e richieste di protezione.

Questa situazione, tuttavia, non è nuova. Da tempo emergono problematiche legate alla lentezza amministrativa, alle procedure farraginose e al mancato rispetto dei diritti fondamentali. Le proteste sindacali mettono in evidenza una crisi che richiede un intervento immediato.


Giurisprudenza a Torino: Il Caso R.G. 11487/2023

A Torino, i tribunali hanno spesso riconosciuto i diritti dei cittadini stranieri contro omissioni o inadempienze della Questura. Un esempio significativo è il caso R.G. 11487/2023, un'ordinanza emessa il 3 luglio 2024, in cui il Tribunale di Torino ha imposto alla Questura di procedere alla formalizzazione di una domanda di protezione speciale. Questo provvedimento ha sottolineato che l'amministrazione non può bloccare o ritardare arbitrariamente l'accesso ai diritti garantiti dalla legge, in particolare quando si tratta di richieste fondamentali per la regolarità del soggiorno e la dignità personale.

Decisioni come questa dimostrano che è possibile intervenire per garantire giustizia e rispetto delle norme. Tuttavia, è fondamentale che tali interventi non rimangano casi isolati, ma si traducano in riforme strutturali del sistema.


Un Appello alle Istituzioni

Le proteste dei sindacati sono un’opportunità per riflettere sul ruolo degli Uffici Immigrazione e sulla necessità di un cambiamento. La crisi attuale non riguarda solo l’amministrazione, ma coinvolge anche la dignità e i diritti di migliaia di persone che si affidano a questi uffici per costruire un futuro migliore.

Le istituzioni devono intervenire per migliorare le condizioni lavorative, ottimizzare le procedure e garantire che i cittadini stranieri possano accedere ai loro diritti senza ostacoli inutili. Solo così potremo trasformare il sistema di accoglienza in un modello di efficienza e umanità.


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Migranti e Lavoro: Una Risorsa Fondamentale per la Crescita Economica dell’Italia https://www.open.online/2024/10/22/confindustria-migranti-italia-lavoro-crescita-governo/

 

Migranti e Lavoro: Una Risorsa Fondamentale per la Crescita Economica dell’Italia
https://www.open.online/2024/10/22/confindustria-migranti-italia-lavoro-crescita-governo/


L'Importanza dei Migranti per il Futuro Economico dell'Italia

La recente analisi di Confindustria evidenzia un tema cruciale: i migranti rappresentano una risorsa essenziale per il mercato del lavoro e la crescita economica del nostro Paese. Secondo quanto riportato da Open, l’Italia si trova davanti a una sfida demografica senza precedenti. Con un tasso di natalità in calo e una popolazione sempre più anziana, il contributo dei lavoratori stranieri è vitale per garantire la sostenibilità del sistema produttivo e del welfare.

Confindustria non solo riconosce il ruolo fondamentale dei migranti, ma sottolinea anche come il loro inserimento nel mercato del lavoro possa essere un volano per l’economia. Tuttavia, è necessario che il Governo adotti politiche più lungimiranti e inclusive. La gestione dei flussi migratori non deve essere vista come un problema da contenere, ma come un’opportunità strategica per rispondere alla crescente domanda di manodopera qualificata e non qualificata.


L’Urgenza di Politiche di Inclusione

Il quadro dipinto da Confindustria apre a una riflessione importante sul ruolo delle istituzioni. Invece di adottare misure restrittive, come quelle previste dal cosiddetto "Decreto Cutro", è fondamentale promuovere strumenti che favoriscano l’integrazione. La regolarizzazione dei lavoratori migranti, per esempio, non solo garantisce diritti fondamentali, ma rafforza il tessuto economico e sociale del Paese.

Il contributo dei migranti al PIL italiano è già significativo, ma può crescere ulteriormente attraverso percorsi di formazione, riconoscimento delle competenze e accesso al lavoro regolare. Le politiche attuali, invece, spesso ostacolano questo processo, ignorando il potenziale economico di chi già vive e lavora nel nostro Paese.


Il Ruolo del Diritto e della Giurisprudenza

Come evidenziato anche dalla mia esperienza professionale, il diritto dell'immigrazione è uno strumento chiave per trasformare il fenomeno migratorio in un'opportunità. Decisioni giurisprudenziali recenti, come quelle relative alla protezione speciale e al diritto al lavoro per i richiedenti asilo, dimostrano che una gestione più umana e razionale dell'immigrazione è possibile.

L'Italia ha bisogno di un cambio di paradigma, passando dalla percezione del migrante come "peso sociale" a quella di una risorsa essenziale per il futuro del Paese. Le aziende sono pronte, i cittadini lo sono sempre più: ora spetta alla politica fare la sua parte.


Conclusione

Il rapporto di Confindustria è un monito per tutti noi. Riconoscere il valore dei migranti e favorire il loro inserimento è non solo un atto di giustizia sociale, ma una necessità economica. L’Italia non può permettersi di perdere questa opportunità.


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Avv. Fabio Loscerbo



sabato 23 novembre 2024

I Giudici e la Sovranità: Una Riflessione sul Ruolo della Magistratura

 

I Giudici e la Sovranità: Una Riflessione sul Ruolo della Magistratura

Nell’articolo di Alfredo Mantovano pubblicato da Libero Quotidiano, intitolato "I nostri giudici e la sovranità messa a rischio" (https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/40951693/i-nostri-giudici-e-la-sovranita-messa-a-rischio-l-intervento-di-alfredo-mantovano.html), si affronta un tema di grande rilevanza: il rapporto tra le decisioni della magistratura e la sovranità dello Stato. La riflessione parte da una serie di episodi giudiziari che, secondo l’autore, mettono in discussione il delicato equilibrio tra i poteri dello Stato, evidenziando come alcune pronunce possano condizionare politiche nazionali di cruciale importanza.

Il contributo della magistratura nel contesto democratico
In un sistema democratico, la magistratura gioca un ruolo fondamentale nel garantire l’applicazione delle leggi e il rispetto dei diritti costituzionali. Tuttavia, quando le decisioni giudiziarie iniziano a incidere direttamente su temi di politica nazionale o a rimettere in discussione decisioni legislative, si apre un dibattito complesso. Questo equilibrio deve essere mantenuto con attenzione per non compromettere né l'indipendenza del potere giudiziario né la sovranità del legislatore.

Sovranità e diritti: un binomio indissolubile
La sovranità statale non può mai essere interpretata come un principio che si oppone al rispetto dei diritti fondamentali. Al contrario, è proprio attraverso un’efficace tutela dei diritti che uno Stato sovrano può mantenere la propria legittimità. Quando le corti intervengono su questioni sensibili, come l'immigrazione o la gestione dei confini, è necessario che queste decisioni siano pienamente radicate nei principi costituzionali e nella protezione dei diritti umani.

Un confronto costruttivo tra istituzioni
Le osservazioni di Mantovano sollevano una domanda importante: come può essere rafforzato il dialogo tra i poteri dello Stato? Una risposta possibile è il potenziamento degli strumenti di confronto istituzionale, promuovendo una maggiore armonia tra legislazione e giurisprudenza. In questo modo, si può evitare che le decisioni giudiziarie siano percepite come una minaccia alla sovranità nazionale e, al contempo, garantire che i diritti fondamentali non vengano sacrificati.



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Immigrazione: Una fotografia dell’Italia multiculturale e le sfide del futuro

Immigrazione: Una fotografia dell’Italia multiculturale e le sfide del futuro

Secondo il recente rapporto pubblicato da Caritas e Fondazione Migrantes, gli stranieri residenti in Italia ammontano a 5.308.000, rappresentando il 9,2% della popolazione complessiva. Questo dato, riportato nell'articolo di AgenSir del 16 ottobre 2024 (https://www.agensir.it/italia/2024/10/16/immigrazione-caritas-migrantes-sono-5-308-000-gli-stranieri-in-italia-32/), ci offre uno spaccato della composizione sociale del nostro Paese e delle opportunità e sfide che derivano da questa realtà.

Un contributo fondamentale

Gli stranieri in Italia non sono solo numeri, ma persone che contribuiscono in modo significativo alla nostra economia, cultura e società. Dalla manodopera nei settori chiave come l’agricoltura e l’assistenza alla ricchezza culturale che deriva dall’integrazione, la loro presenza è un pilastro della nostra nazione. Tuttavia, questi dati evidenziano anche la necessità di un approccio più strutturato e inclusivo nelle politiche migratorie.

Le sfide dell’integrazione

Il rapporto ci invita a riflettere sulle difficoltà che molti stranieri affrontano nel nostro Paese, come l’accesso al lavoro regolare, l’ottenimento della cittadinanza e la discriminazione. Un altro tema cruciale è la necessità di armonizzare le politiche locali con quelle nazionali, garantendo pari opportunità e contrastando il rischio di ghettizzazione.

La necessità di un nuovo modello

Questo scenario ci mostra chiaramente che l’attuale sistema, spesso improntato a misure emergenziali come il decreto flussi, deve essere ripensato. È fondamentale adottare politiche migratorie che siano non solo più efficienti ma anche rispettose dei diritti umani e delle esigenze di un Paese che invecchia e ha bisogno di nuove energie.

Conclusione

I numeri presentati dal rapporto non sono solo statistiche, ma un appello a considerare l’immigrazione come una risorsa, e non un problema. È ora di costruire un sistema che valorizzi il contributo degli stranieri e promuova un’integrazione reale, basata su diritti e doveri condivisi.


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mercoledì 20 novembre 2024

Una riforma necessaria: superare il decreto flussi e valorizzare la protezione complementare

 

Una riforma necessaria: superare il decreto flussi e valorizzare la protezione complementare

Presentazione:
L’articolo evidenzia l'urgenza di riformare la legge sull'immigrazione, superando l’obsoleto decreto flussi per adottare un approccio più realistico e inclusivo. La protezione complementare per integrazione lavorativa viene proposta come alternativa efficace per garantire diritti umani, sostenere il mercato del lavoro e promuovere una gestione più equa e flessibile dell’immigrazione.

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Nuovi Controlli alle Frontiere e il Futuro dell’Accordo di Schengen: Una Riflessione Critica

 Nuovi Controlli alle Frontiere e il Futuro dell’Accordo di Schengen: Una Riflessione Critica

La notizia riportata da Il Post (https://www.ilpost.it/2024/11/20/accordo-schengen-controlli-frontiere-paesi-europei-immigrazione/) evidenzia l’introduzione di nuovi controlli alle frontiere interne tra alcuni Stati membri dell’Unione Europea, sollevando questioni significative sul futuro dell’accordo di Schengen e sull’equilibrio tra sicurezza e libera circolazione.


Il Cuore dell’Accordo di Schengen

L’accordo di Schengen rappresenta uno dei pilastri fondamentali dell’integrazione europea, garantendo ai cittadini dell’UE e ai residenti una libera circolazione tra gli Stati membri aderenti. Questa libertà è non solo simbolica, ma anche funzionale al rafforzamento delle relazioni economiche, sociali e culturali tra i paesi europei.

L'introduzione di controlli alle frontiere interne, anche se giustificata dall'esigenza di gestire le crisi migratorie o prevenire minacce alla sicurezza, rischia di minare questi valori fondamentali. Le misure temporanee possono trasformarsi in un precedente per una regressione sistematica dei diritti legati alla mobilità.


Sicurezza e Immigrazione: Un Dilemma Europeo

La giustificazione dei controlli interni viene spesso associata alla gestione dei flussi migratori irregolari. Tuttavia, come dimostrano gli studi e le esperienze recenti, i controlli alle frontiere interne non risolvono il problema migratorio alla radice, ma rischiano di spostarlo, aggravando le tensioni tra Stati membri. La mancanza di solidarietà tra i paesi europei nell'accogliere e integrare i migranti è uno dei nodi centrali che dovrebbe essere affrontato.


Implicazioni Giuridiche e Politiche

Dal punto di vista giuridico, l’istituzione di controlli interni rappresenta una deroga significativa al principio di libera circolazione sancito dai trattati europei. Ogni deroga dovrebbe essere limitata nel tempo e proporzionata alle esigenze effettive. Tuttavia, l’assenza di un quadro normativo chiaro e la mancanza di trasparenza nelle decisioni possono creare incertezze per cittadini e migranti.

Sul piano politico, questa tendenza riflette una crescente difficoltà dell’Unione Europea nel gestire le sfide comuni attraverso un approccio condiviso. Mentre alcuni Stati chiedono più controlli, altri sottolineano la necessità di rafforzare le frontiere esterne e le politiche comuni di asilo.


Una Strada da Ricostruire

Per preservare i valori fondanti dell’UE, è necessario:

  1. Rafforzare le politiche comuni di asilo e immigrazione, garantendo un’equa distribuzione delle responsabilità tra gli Stati membri.

  2. Promuovere una maggiore solidarietà tra i paesi europei per evitare tensioni interne.

  3. Mantenere le restrizioni alle frontiere interne solo come misura straordinaria, garantendo che non diventino permanenti.

L’Europa deve affrontare queste sfide con coraggio e visione, evitando il rischio di compromettere un progetto che ha rappresentato un simbolo di unità e progresso per decenni.

Avv. Fabio Loscerbo


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