sabato 8 marzo 2025

ReImmigrazione e Protezione Speciale: Il Caso N.R.G. 13655/2023 e il Nuovo Equilibrio delle Politiche Migratorie

ReImmigrazione e Protezione Speciale: Il Caso N.R.G. 13655/2023 e il Nuovo Equilibrio delle Politiche Migratorie

Introduzione

La recente sentenza del Tribunale di Bologna, N.R.G. 13655/2023, ha riaffermato un principio fondamentale nelle politiche migratorie italiane: il diritto alla protezione speciale deve essere concesso a chi dimostra un radicamento effettivo e documentato nella società italiana. Tuttavia, questa tutela non può trasformarsi in una sanatoria indiscriminata, ma deve essere bilanciata con il principio della ReImmigrazione, ossia il ritorno assistito nei paesi d’origine per coloro che non raggiungono i requisiti di integrazione richiesti.

Il Caso: La Protezione Speciale Riconosciuta dal Tribunale di Bologna

Nel caso in esame, un cittadino marocchino aveva impugnato il provvedimento del Questore di Modena che rigettava la sua richiesta di protezione speciale ex art. 19 D.Lgs. 286/1998. Il ricorrente, presente in Italia da circa tre anni, aveva dimostrato un percorso di integrazione solido, caratterizzato da:

  • Un’occupazione stabile come muratore a Mantova.
  • Una rete familiare consolidata, vivendo con il cognato e altri parenti.
  • Un progressivo distacco dal paese d’origine, con legami familiari sempre più deboli in Marocco.
  • Un discreto livello di conoscenza della lingua italiana, sufficiente per comunicare senza interprete in sede di udienza.

Il Tribunale ha riconosciuto che l’espulsione del richiedente avrebbe causato una compromissione della sua vita privata e familiare, costituendo una violazione dell’art. 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU). Di conseguenza, ha ordinato il rilascio del permesso di soggiorno per protezione speciale della durata di due anni, rinnovabile e convertibile in permesso per motivi di lavoro.

L’Equilibrio tra Protezione Speciale e ReImmigrazione

Questa decisione si inserisce nel più ampio dibattito sulla regolamentazione delle migrazioni in Italia. Se da un lato la protezione speciale garantisce il rispetto dei diritti fondamentali, dall’altro non può diventare un meccanismo automatico di regolarizzazione.

Qui entra in gioco il principio della ReImmigrazione, un modello che prevede:

  1. Il diritto di rimanere in Italia per chi si integra pienamente, dimostrando stabilità lavorativa, conoscenza della lingua e rispetto delle regole.
  2. Il ritorno assistito per chi non soddisfa tali requisiti, attraverso programmi strutturati di reintegrazione nei paesi d’origine.

In questo senso, il caso N.R.G. 13655/2023 evidenzia la necessità di un approccio selettivo alla protezione speciale, affinché venga concessa solo a chi contribuisce attivamente alla società italiana.

Conclusione

Il sistema migratorio italiano deve evolversi verso un modello che premi l’integrazione e non crei scorciatoie per la regolarizzazione indiscriminata. Il principio della ReImmigrazione garantisce una gestione più equa ed efficace dei flussi migratori, stabilendo che chi si integra ha diritto a rimanere, mentre chi non lo fa deve essere accompagnato in un percorso di ritorno assistito nel proprio paese d’origine.

La sentenza N.R.G. 13655/2023 conferma che il diritto di restare in Italia deve essere legato alla capacità di inserirsi nella società, non solo alla necessità di lasciare il proprio paese. La protezione speciale non può essere una soluzione indistinta per tutti, ma un’opportunità riservata a chi dimostra di volersi integrare realmente.


Avv. Fabio Loscerbo
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