mercoledì 11 dicembre 2024

Il diritto alla protezione speciale: commento al decreto del Tribunale di Bologna

 

Il diritto alla protezione speciale: commento al decreto del Tribunale di Bologna

Il decreto del Tribunale Ordinario di Bologna (R.G. 17093-1/2024), emesso il 7 dicembre 2024, offre uno spunto significativo per riflettere sulla tutela giuridica accordata a chi, come il ricorrente, si trova in Italia e dimostra di aver intrapreso un percorso di integrazione sociale e lavorativa.

I fatti del caso

Il procedimento si origina dal rigetto da parte della Questura di Parma della richiesta di rilascio di un permesso di soggiorno per protezione speciale, nonostante il ricorrente fosse in Italia da due anni, lavorasse regolarmente e fosse stabilmente inserito nel contesto sociale. La decisione della Questura si basava su un parere negativo della Commissione Territoriale di Bologna, non integralmente depositato. Il ricorrente ha contestato tale provvedimento, evidenziando l’illegittimità della decisione e chiedendo il riconoscimento del diritto alla protezione speciale ai sensi dell’art. 19, comma 1.1, del TUI.

La decisione del Tribunale

Il giudice ha ritenuto fondate le ragioni del ricorrente, ravvisando gravi e circostanziate ragioni per sospendere il provvedimento della Questura, sulla base di due elementi fondamentali:

  1. Il percorso di integrazione del ricorrente: è stato sottolineato come il ricorrente, titolare di un contratto di apprendistato valido fino al 2028, abbia dimostrato una stabile autonomia economica e sociale.

  2. La gravità del pregiudizio: l’eventuale allontanamento dal territorio nazionale avrebbe determinato un danno grave e irreparabile, compromettendo il percorso di integrazione avviato, con la conseguente perdita del lavoro.

Il Tribunale ha disposto la sospensione dell’efficacia esecutiva del rigetto, ordinando alla Questura di restituire la ricevuta attestante la presentazione dell’istanza, considerata come un permesso di soggiorno provvisorio.

Un precedente significativo

Questo provvedimento ribadisce il principio per cui la protezione speciale, introdotta per garantire il rispetto della vita privata e familiare del richiedente, si configura come uno strumento centrale nel sistema di tutela previsto dal TUI. Il decreto rappresenta un importante precedente per i casi in cui il rigetto di un permesso potrebbe compromettere percorsi di integrazione consolidati, evidenziando il ruolo del giudice nella salvaguardia dei diritti fondamentali.

Conclusioni

La decisione conferma la centralità del diritto alla protezione speciale e la necessità di valutare attentamente le condizioni individuali del richiedente, specie alla luce di un effettivo radicamento sociale e lavorativo. Resta ora da vedere l’esito del merito, ma questo decreto rappresenta già una vittoria importante per il ricorrente e per il principio di tutela dei diritti umani.


Avv. Fabio Loscerbo
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