domenica 16 febbraio 2025

Protezione Speciale: Le Recenti Pronunce Giurisprudenziali

 

Protezione Speciale: Le Recenti Pronunce Giurisprudenziali

La protezione speciale rappresenta un'importante forma di tutela per i cittadini stranieri che, pur non avendo diritto allo status di rifugiato o alla protezione sussidiaria, si trovano in situazioni di vulnerabilità tali da impedire il loro rimpatrio.

Di recente, il Tribunale di Bologna, con l'ordinanza n. 13151/2023, ha ribadito che la ricevuta di presentazione della domanda di protezione speciale ha valore di permesso di soggiorno provvisorio, consentendo al richiedente di rimanere regolarmente in Italia fino alla decisione finale.

Questa sentenza si inserisce in un orientamento giurisprudenziale sempre più attento alla tutela del diritto alla vita privata e familiare dello straniero, come previsto dall’art. 19 del D.Lgs. 286/98 e dall’art. 8 della CEDU.

📌 Per approfondimenti: www.avvocatofabioloscerbo.it

Avv. Fabio Loscerbo
Lobbista in materia di Migrazione e Asilo registrato presso il Registro per la Trasparenza dell'Unione Europea – ID: 280782895721-36

Recenti Sviluppi Giurisprudenziali sul Permesso di Soggiorno per Lavoro Subordinato

 

Recenti Sviluppi Giurisprudenziali sul Permesso di Soggiorno per Lavoro Subordinato

La giurisprudenza italiana ha recentemente affrontato temi rilevanti riguardanti il permesso di soggiorno per lavoro subordinato. Ecco alcuni punti chiave:

1. Conversione del Permesso per Lavoro Stagionale in Lavoro Subordinato

Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) dell'Emilia-Romagna, con la sentenza n. 69 del 22 gennaio 2025, ha annullato un provvedimento della Prefettura di Modena che aveva revocato un nulla osta per la conversione di un permesso di soggiorno da lavoro stagionale a lavoro subordinato. Il TAR ha stabilito che la scadenza del permesso di soggiorno stagionale non costituisce un ostacolo insormontabile alla conversione, purché il richiedente dimostri l'esistenza di un contratto di lavoro valido e altri requisiti sostanziali. citeturn0search0

2. Obbligo di Comunicazione dei Motivi Ostativi

Sempre il TAR Emilia-Romagna, nella sentenza n. 887 del 3 dicembre 2024, ha evidenziato l'importanza del rispetto dell'art. 10-bis della legge n. 241/1990. Nel caso in esame, l'Amministrazione aveva rigettato un'istanza di conversione del permesso di soggiorno senza attendere il termine di 10 giorni assegnato al richiedente per presentare memorie difensive. Il Tribunale ha ritenuto tale comportamento in violazione del diritto al contraddittorio, annullando il provvedimento impugnato. citeturn0search4

3. Requisiti per l'Emersione del Lavoro Irregolare

La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 149 del 18 luglio 2023, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale di una parte dell'art. 103, comma 1, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34. La norma prevedeva che solo i datori di lavoro stranieri in possesso di un permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo potessero presentare istanza per l'emersione di rapporti di lavoro irregolari. La Corte ha ritenuto tale limitazione discriminatoria, estendendo la possibilità di presentare istanza anche ai datori di lavoro stranieri regolarmente soggiornanti in Italia. citeturn0search3

Conclusione

Questi sviluppi giurisprudenziali evidenziano l'evoluzione del quadro normativo italiano in materia di immigrazione, con un'attenzione particolare alla tutela dei diritti dei lavoratori stranieri e al rispetto delle garanzie procedurali.

Avv. Fabio Loscerbo
Lobbista in materia di Migrazione e Asilo registrato presso il Registro per la Trasparenza dell'Unione Europea – ID: 280782895721-36

Nota: Le informazioni fornite sono basate su sentenze aggiornate al momento della pubblicazione.

Permesso di soggiorno per assistenza minori ex art. 31 D.Lgs. 286/98

Permesso di soggiorno per assistenza minori ex art. 31 D.Lgs. 286/98

Permesso di soggiorno per assistenza minori ex art. 31 D.Lgs. 286/98

L’art. 31 del D.Lgs. 286/98 tutela i minori stranieri in Italia, consentendo ai genitori di ottenere un permesso di soggiorno quando la loro presenza è indispensabile per il benessere del minore. L’autorizzazione è concessa dal Tribunale per i Minorenni e ha una durata variabile. La giurisprudenza conferma che l’interesse superiore del minore deve prevalere in ogni decisione.

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Avv. Fabio Loscerbo
Lobbista in materia di Migrazione e Asilo registrato presso il Registro per la Trasparenza dell'Unione Europea – ID: 280782895721-36



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February 16, 2025 at 11:34AM

Permesso di soggiorno per assistenza minori ex art. 31 D.Lgs. 286/98

Permesso di soggiorno per assistenza minori ex art. 31 D.Lgs. 286/98

L’art. 31 del D.Lgs. 286/98 tutela i minori stranieri in Italia, consentendo ai genitori di ottenere un permesso di soggiorno quando la loro presenza è indispensabile per il benessere del minore. L’autorizzazione è concessa dal Tribunale per i Minorenni e ha una durata variabile. La giurisprudenza conferma che l’interesse superiore del minore deve prevalere in ogni decisione.

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sabato 15 febbraio 2025

Conversione del permesso di soggiorno per cure mediche in permesso di lavoro: due ordinanze chiariscono i limiti normativi

 

Conversione del permesso di soggiorno per cure mediche in permesso di lavoro: due ordinanze chiariscono i limiti normativi

Avv. Fabio Loscerbo
Lobbista in materia di Migrazione e Asilo registrato presso il Registro per la Trasparenza dell'Unione Europea – ID: 280782895721-36

Recenti provvedimenti del Consiglio di Stato e del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Veneto hanno affrontato il delicato tema della conversione del permesso di soggiorno per cure mediche in permesso di soggiorno per motivi di lavoro, alla luce delle modifiche normative introdotte dal Decreto-Legge n. 20/2023.

Il quadro normativo di riferimento

Il Decreto-Legge n. 20 del 10 marzo 2023, convertito con modificazioni dalla Legge n. 50 del 5 maggio 2023, ha apportato significative modifiche al Testo Unico sull'Immigrazione (D.Lgs. n. 286/1998), eliminando la possibilità di convertire il permesso di soggiorno per cure mediche in permesso per lavoro. Tuttavia, l’articolo 7 del decreto ha introdotto una disciplina transitoria, consentendo la conversione solo per determinate tipologie di permessi già in corso di validità prima dell’entrata in vigore della riforma.

Le decisioni giurisprudenziali

Il TAR del Veneto, con ordinanza del 4 settembre 2024, ha esaminato il caso di un cittadino straniero a cui la Questura aveva negato la conversione del permesso di soggiorno per cure mediche in permesso per lavoro subordinato. Il giudice amministrativo ha confermato la legittimità del provvedimento, evidenziando che il Decreto-Legge n. 20/2023 ha eliminato questa possibilità e che la disciplina transitoria non si applica ai permessi per cure mediche.

Successivamente, il Consiglio di Stato, con ordinanza n. 3747 del 25 settembre 2024, ha confermato l’interpretazione del TAR Veneto, ribadendo che la normativa attuale non prevede alcuna conversione per i permessi di soggiorno per cure mediche, salvo che la richiesta sia stata presentata prima del 10 marzo 2023.

Implicazioni per i cittadini stranieri

Queste pronunce confermano un’interpretazione restrittiva della normativa, escludendo la possibilità di conversione per coloro che hanno ottenuto un permesso di soggiorno per cure mediche dopo l’entrata in vigore del Decreto-Legge n. 20/2023. Pertanto, per chi si trova in questa situazione, sarà necessario valutare altre opzioni per regolarizzare la propria posizione in Italia, come l’eventuale presentazione di una nuova istanza per protezione speciale o per altri motivi previsti dalla legge.

Si tratta di una questione di grande rilevanza pratica, che evidenzia ancora una volta la necessità di un'interpretazione chiara e coerente delle norme in materia di immigrazione, evitando incertezze che possano penalizzare i cittadini stranieri e le loro possibilità di integrazione socio-lavorativa.


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venerdì 14 febbraio 2025

Conversione del Permesso di Soggiorno da Lavoro Stagionale a Subordinato: Il TAR Emilia-Romagna (Sent. n. 71/2025 del 12 febbraio 2025) Conferma il Requisito delle 39 Giornate Prima della Domanda

Conversione del Permesso di Soggiorno da Lavoro Stagionale a Subordinato: Il TAR Emilia-Romagna (Sent. n. 71/2025 del 12 febbraio 2025) Conferma il Requisito delle 39 Giornate Prima della Domanda

 

Conversione del Permesso di Soggiorno da Lavoro Stagionale a Subordinato: Il TAR Emilia-Romagna (Sent. n. 71/2025 del 12 febbraio 2025) Conferma il Requisito delle 39 Giornate Prima della Domanda

Il Tribunale Amministrativo Regionale per l’Emilia-Romagna, con sentenza n. 71/2025 del 12 febbraio 2025, ha rigettato il ricorso proposto contro il diniego di conversione del permesso di soggiorno da lavoro stagionale a lavoro subordinato, ribadendo che il requisito delle 39 giornate lavorative deve essere maturato prima della presentazione della domanda di conversione.

Il Fulcro della Controversia: Quando Devono Essere Maturate le 39 Giornate?

L’amministrazione aveva negato la conversione del permesso di soggiorno al ricorrente, ritenendo che il numero minimo di 39 giornate lavorative non fosse stato raggiunto prima della presentazione della richiesta di conversione. Il ricorrente, invece, sosteneva che tale requisito potesse essere maturato anche successivamente alla domanda, purché la continuità lavorativa fosse garantita.

La Decisione del TAR: Un’Applicazione Rigorosa della Normativa

Il TAR, nel respingere il ricorso, ha confermato l’interpretazione adottata dall’amministrazione, affermando che:

  • Il lavoratore straniero che richiede la conversione del permesso di soggiorno da stagionale a subordinato deve dimostrare di aver già completato le 39 giornate di lavoro al momento della presentazione della domanda;
  • Non è possibile integrare il requisito in un momento successivo, anche se il rapporto di lavoro è ancora attivo e prosegue dopo la domanda;
  • La norma va interpretata in maniera rigida, senza lasciare margini di discrezionalità all’amministrazione nella valutazione della continuità del rapporto lavorativo.

Nel caso specifico, il ricorrente aveva svolto giornate di lavoro dal 15 marzo 2023 al 14 giugno 2023 e dal 5 luglio 2023 al 20 agosto 2023, mentre la domanda di conversione era stata presentata in data 27 marzo 2023. Pertanto, alla data di presentazione della richiesta, il requisito minimo non risultava ancora soddisfatto.

Le Conseguenze della Sentenza

La pronuncia del TAR Emilia-Romagna si inserisce in un quadro giurisprudenziale che applica un’interpretazione rigorosa dei requisiti previsti per la conversione del permesso di soggiorno. Tale impostazione può determinare effetti penalizzanti per i lavoratori stranieri, che potrebbero vedersi negata la possibilità di stabilizzarsi nel mercato del lavoro italiano per mere ragioni formali.

Questa decisione solleva criticità in relazione alla realtà del settore del lavoro stagionale, dove la durata effettiva del rapporto di lavoro può essere influenzata da fattori esterni, come le condizioni climatiche o le esigenze produttive delle aziende agricole. Inoltre, l’imposizione del requisito delle 39 giornate lavorative prima della domanda di conversione potrebbe ostacolare la regolarizzazione di molti lavoratori, anche quando vi sia una prospettiva concreta di continuità occupazionale.

Conclusione

La sentenza del TAR Emilia-Romagna evidenzia ancora una volta le difficoltà burocratiche che i lavoratori stranieri devono affrontare per ottenere la conversione del loro permesso di soggiorno. L’applicazione rigida e formalistica della normativa rischia di compromettere il percorso di integrazione di chi, pur avendo un’attività lavorativa in corso, non riesce a soddisfare un requisito temporale che potrebbe non dipendere dalla sua volontà.

Avv. Fabio Loscerbo
Lobbista in materia di Migrazione e Asilo registrato presso il Registro per la Trasparenza dell'Unione Europea – ID: 280782895721-36


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February 14, 2025 at 10:15AM

Conversione del Permesso di Soggiorno da Lavoro Stagionale a Subordinato: Il TAR Emilia-Romagna (Sent. n. 71/2025 del 12 febbraio 2025) Conferma il Requisito delle 39 Giornate Prima della Domanda

 

Conversione del Permesso di Soggiorno da Lavoro Stagionale a Subordinato: Il TAR Emilia-Romagna (Sent. n. 71/2025 del 12 febbraio 2025) Conferma il Requisito delle 39 Giornate Prima della Domanda

Il Tribunale Amministrativo Regionale per l’Emilia-Romagna, con sentenza n. 71/2025 del 12 febbraio 2025, ha rigettato il ricorso proposto contro il diniego di conversione del permesso di soggiorno da lavoro stagionale a lavoro subordinato, ribadendo che il requisito delle 39 giornate lavorative deve essere maturato prima della presentazione della domanda di conversione.

Il Fulcro della Controversia: Quando Devono Essere Maturate le 39 Giornate?

L’amministrazione aveva negato la conversione del permesso di soggiorno al ricorrente, ritenendo che il numero minimo di 39 giornate lavorative non fosse stato raggiunto prima della presentazione della richiesta di conversione. Il ricorrente, invece, sosteneva che tale requisito potesse essere maturato anche successivamente alla domanda, purché la continuità lavorativa fosse garantita.

La Decisione del TAR: Un’Applicazione Rigorosa della Normativa

Il TAR, nel respingere il ricorso, ha confermato l’interpretazione adottata dall’amministrazione, affermando che:

  • Il lavoratore straniero che richiede la conversione del permesso di soggiorno da stagionale a subordinato deve dimostrare di aver già completato le 39 giornate di lavoro al momento della presentazione della domanda;
  • Non è possibile integrare il requisito in un momento successivo, anche se il rapporto di lavoro è ancora attivo e prosegue dopo la domanda;
  • La norma va interpretata in maniera rigida, senza lasciare margini di discrezionalità all’amministrazione nella valutazione della continuità del rapporto lavorativo.

Nel caso specifico, il ricorrente aveva svolto giornate di lavoro dal 15 marzo 2023 al 14 giugno 2023 e dal 5 luglio 2023 al 20 agosto 2023, mentre la domanda di conversione era stata presentata in data 27 marzo 2023. Pertanto, alla data di presentazione della richiesta, il requisito minimo non risultava ancora soddisfatto.

Le Conseguenze della Sentenza

La pronuncia del TAR Emilia-Romagna si inserisce in un quadro giurisprudenziale che applica un’interpretazione rigorosa dei requisiti previsti per la conversione del permesso di soggiorno. Tale impostazione può determinare effetti penalizzanti per i lavoratori stranieri, che potrebbero vedersi negata la possibilità di stabilizzarsi nel mercato del lavoro italiano per mere ragioni formali.

Questa decisione solleva criticità in relazione alla realtà del settore del lavoro stagionale, dove la durata effettiva del rapporto di lavoro può essere influenzata da fattori esterni, come le condizioni climatiche o le esigenze produttive delle aziende agricole. Inoltre, l’imposizione del requisito delle 39 giornate lavorative prima della domanda di conversione potrebbe ostacolare la regolarizzazione di molti lavoratori, anche quando vi sia una prospettiva concreta di continuità occupazionale.

Conclusione

La sentenza del TAR Emilia-Romagna evidenzia ancora una volta le difficoltà burocratiche che i lavoratori stranieri devono affrontare per ottenere la conversione del loro permesso di soggiorno. L’applicazione rigida e formalistica della normativa rischia di compromettere il percorso di integrazione di chi, pur avendo un’attività lavorativa in corso, non riesce a soddisfare un requisito temporale che potrebbe non dipendere dalla sua volontà.

Avv. Fabio Loscerbo
Lobbista in materia di Migrazione e Asilo registrato presso il Registro per la Trasparenza dell'Unione Europea – ID: 280782895721-36

lunedì 10 febbraio 2025

La Questura è obbligata a fissare l’appuntamento per la protezione complementare: nuova ordinanza del Tribunale di Venezia

 

La Questura è obbligata a fissare l’appuntamento per la protezione complementare: nuova ordinanza del Tribunale di Venezia

Introduzione

Una recente ordinanza del Tribunale di Venezia ha ribadito l'obbligo della Questura di fissare l’appuntamento per la formalizzazione della domanda di protezione complementare, riaffermando il diritto del richiedente ad accedere alla procedura amministrativa. La decisione rappresenta un importante precedente per coloro che si trovano in una situazione di stallo a causa dell'inerzia della Pubblica Amministrazione.

Il Caso

Il ricorrente aveva presentato una formale richiesta di protezione complementare presso la Questura competente, ma non aveva ricevuto alcuna risposta. Nonostante numerosi solleciti, l’Amministrazione non aveva fissato l’appuntamento necessario alla formalizzazione della domanda, lasciando il richiedente in una condizione di irregolarità amministrativa.

Di fronte a questo immobilismo, il richiedente ha deciso di adire le vie legali, proponendo un ricorso d’urgenza ai sensi dell’art. 700 c.p.c., volto a ottenere un ordine giudiziale per la fissazione dell’appuntamento e l’avvio della procedura amministrativa.

La Decisione del Tribunale

Il Tribunale di Venezia ha accolto parzialmente il ricorso, confermando che:

  1. L’inerzia della Questura viola il diritto del richiedente di accedere alla protezione complementare. Anche solo per rigettare la richiesta, l’Amministrazione ha il dovere di fissare un appuntamento e formalizzare la domanda.

  2. Il ritardo nell'avvio della procedura configura un pericolo concreto per il richiedente, che rimane esposto al rischio di irregolarità e possibile rimpatrio forzato senza aver potuto esercitare pienamente il proprio diritto alla protezione.

  3. L’ordine di fissazione dell’appuntamento è immediatamente esecutivo, e la Questura è tenuta a darne seguito senza ulteriori ritardi.

Tuttavia, il Giudice ha chiarito che la decisione sull'accoglimento o il rigetto della domanda di protezione complementare rimane di competenza dell'Amministrazione e non può essere anticipata in sede giudiziaria.

Implicazioni della Sentenza

Questa ordinanza conferma un orientamento sempre più consolidato nella giurisprudenza di merito: la Pubblica Amministrazione non può negare l’accesso alla protezione complementare attraverso il silenzio o l’inerzia procedurale. Se un richiedente ha manifestato la volontà di accedere alla protezione, la Questura è obbligata a procedere con l’istruttoria e a consentire la presentazione formale della domanda.

Inoltre, il provvedimento rafforza il concetto di tutela giurisdizionale nei confronti di prassi amministrative scorrette o dilatorie, permettendo ai richiedenti di ottenere giustizia in tempi più rapidi attraverso strumenti come il ricorso ex art. 700 c.p.c..

Conclusioni

Questa decisione rappresenta un significativo passo avanti nella tutela dei diritti dei richiedenti protezione complementare, confermando che il silenzio amministrativo non può tradursi in una negazione di fatto dei diritti fondamentali.

Per chi si trovasse in una situazione simile, è consigliabile agire tempestivamente per far valere i propri diritti, eventualmente con il supporto di un legale esperto in diritto dell'immigrazione.


Avv. Fabio Loscerbo
Lobbista in materia di Migrazione e Asilo registrato presso il Registro per la Trasparenza dell’Unione Europea – ID: 280782895721-36

sabato 8 febbraio 2025

Diritto all'Iscrizione Anagrafica per i Richiedenti Protezione: Nuovi Sviluppi Giurisprudenziali

 

Diritto all'Iscrizione Anagrafica per i Richiedenti Protezione: Nuovi Sviluppi Giurisprudenziali

L’iscrizione anagrafica è un diritto fondamentale per i cittadini stranieri regolarmente soggiornanti in Italia, in quanto consente l’accesso ai servizi essenziali come sanità, istruzione e lavoro. Tuttavia, in diversi casi, le amministrazioni locali rifiutano l’iscrizione ai richiedenti protezione speciale o complementare, sostenendo l’assenza di un permesso di soggiorno definitivo.

Recenti pronunce dei tribunali italiani hanno ribadito che il permesso di soggiorno provvisorio – derivante dalla presentazione di una richiesta di protezione – è un titolo valido per l’iscrizione anagrafica. Questo principio si basa sull’interpretazione dell’art. 19, comma 1.2, del Testo Unico sull’Immigrazione, che riconosce il diritto alla residenza in presenza di un soggiorno regolare, anche temporaneo.

La giurisprudenza sta progressivamente consolidando il principio secondo cui la protezione internazionale e complementare garantisce diritti fondamentali, compreso quello all’iscrizione anagrafica, contrastando prassi restrittive delle amministrazioni locali. Continueremo a monitorare l’evoluzione normativa e giudiziaria per assicurare la piena tutela dei diritti dei cittadini stranieri.

Avv. Fabio Loscerbo
Lobbista in materia di Migrazione e Asilo registrato presso il Registro per la Trasparenza dell'Unione Europea – ID: 280782895721-36


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📢 L’Importanza dell’Integrazione Sociale nel Diritto dell’Immigrazione

 

📢 L’Importanza dell’Integrazione Sociale nel Diritto dell’Immigrazione

L’integrazione sociale è un elemento centrale nelle politiche migratorie e nelle decisioni giuridiche in materia di permessi di soggiorno e protezione speciale. I tribunali italiani riconoscono sempre più spesso il valore del radicamento sociale e lavorativo come fattore determinante nella valutazione delle richieste di soggiorno.

📌 Quali sono gli elementi chiave dell’integrazione?
Attività lavorativa stabile → Un impiego regolare dimostra l’inserimento nella società.
Percorso scolastico o formativo → L’accesso all’istruzione è una garanzia di inclusione.
Legami familiari e sociali → La rete di relazioni è un elemento essenziale per la stabilità.

👨‍⚖️ Cosa dice la giurisprudenza?
Le recenti pronunce dei tribunali ribadiscono che negare un permesso di soggiorno a chi ha costruito una vita stabile in Italia potrebbe rappresentare una violazione del principio di proporzionalità, in linea con le normative europee e la tutela dei diritti fondamentali.


Avv. Fabio Loscerbo
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📢 Garanzie Procedurali nel Diritto dell'Immigrazione: Un Principio Fondamentale per la Tutela dei Diritti

 

📢 Garanzie Procedurali nel Diritto dell'Immigrazione: Un Principio Fondamentale per la Tutela dei Diritti

Le garanzie procedurali nel diritto dell'immigrazione rappresentano un elemento essenziale per assicurare il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini stranieri. Senza una procedura equa e trasparente, il rischio di decisioni arbitrarie e lesive dei diritti della persona aumenta notevolmente.

📌 Principali garanzie previste dall’ordinamento
Diritto di difesa → Ogni richiedente deve poter presentare memorie, prove e argomentazioni a supporto della propria posizione, con l'assistenza di un avvocato.
Diritto a un’interpretazione linguistica adeguata → Essenziale affinché il richiedente comprenda il contenuto delle decisioni e possa esercitare efficacemente i propri diritti.
Diritto alla motivazione del provvedimento → Ogni diniego deve essere giustificato con motivazioni chiare e dettagliate, per permettere un eventuale ricorso.
Diritto a un ricorso effettivo → Contro i provvedimenti negativi, il richiedente deve poter ricorrere davanti a un giudice in tempi ragionevoli e con strumenti adeguati.

👨‍⚖️ Quali sono le criticità?
Molte volte, queste garanzie vengono ridotte nei procedimenti accelerati o nei casi di espulsione immediata, mettendo a rischio la protezione dei diritti fondamentali. L’evoluzione giurisprudenziale ha più volte riaffermato l'importanza di un giusto processo anche in materia di immigrazione.


Avv. Fabio Loscerbo
🛡 Lobbista in materia di Migrazione e Asilo registrato presso il Registro per la Trasparenza dell'Unione Europea – ID: 280782895721-36

📢 Protezione Complementare: Nuove Sviluppi Giurisprudenziali

 

📢 Protezione Complementare: Nuove Sviluppi Giurisprudenziali

Negli ultimi mesi, diverse sentenze hanno chiarito aspetti cruciali della protezione complementare, confermando la necessità di valutare attentamente le situazioni individuali dei richiedenti.

📌 Principali aggiornamenti:
✔ Il radicamento sociale e lavorativo in Italia continua a essere un elemento centrale nella valutazione delle domande.
✔ Alcuni tribunali hanno ribadito che l’integrazione non può essere ignorata nell’analisi del rischio di trattamento inumano o degradante nel Paese d'origine.


Avv. Fabio Loscerbo
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📢 Nuove Sfide per la Protezione Complementare in Italia

 

📢 Nuove Sfide per la Protezione Complementare in Italia

Negli ultimi mesi, il tema della protezione complementare ha assunto un ruolo centrale nel dibattito giuridico italiano. Le recenti sentenze confermano la necessità di un’interpretazione costituzionalmente orientata delle norme in materia di immigrazione.

📌 Cosa sta cambiando?
Molti tribunali stanno riconoscendo il diritto dei richiedenti a una protezione più ampia, specialmente in situazioni di vulnerabilità sociale e radicamento in Italia.

Avv. Fabio Loscerbo
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